Caro Renzi, hai presente quando da piccoli leggevamo storie in cui un naufrago su un’isola deserta metteva un messaggio nella bottiglia, nella speranza che qualcuno lo leggesse?
Ecco, sapevamo tutti che era impossibile, anche da piccoli, ma ci piaceva pensare che c’è sempre una speranza.
Oggi, se dovessi scrivere un messaggio e metterlo in una bottiglia, userei la rete, e, speranzosa e affllita, scriverei questo:
Mio caro Matteo,
dal 24 agosto ci ripeti “State tranquilli, ricostruiremo tutto”.
Dalle parti mie, che guarda caso sono ad un passo da Amatrice, il signor Tranquillo non fece una bella fine, e la parola stessa non ci evoca bei pensieri.
Mio caro Renzi, quello che ci vorremmo sentir dire, e che ci consolorebbe un pochino, per una volta non è “Tranquilli, ricostruiremo” ma:
“NON CI SARA’ PIU’ UNA NUOVA AMATRICE“.
Ma è da un pochino che vorremmo sentire questa frase, sai?
Minimo minimo dal terremoto de L’Aquila. Perchè qui in Italia la terra trema da sempre, e da qualche anno un pochino di più. E allora, caro Renzi e cari tutti voi che avete il potere, forse sarebbe il caso di fare prevenzione. I soldi usiamoli prima, ecco. Perchè, poi, che ricostruisci?
Perchè il terremoto, caro Matteo, non porta via solo le case e il lavoro, ma porta via i tuoi ricordi, la tua serenità, i tuoi sogni.
Strappa un nonno ai suoi nipoti, una madre ai suoi figli. E quando dice male, veramente veramente male, porta via un figlio ai suoi genitori.
E tu, caro Matteo, sei papà, e lo so che un dolore del genere spaventa anche te. Non è tollerabile neanche il pensiero, vero? E allora pensa a svegliarti di notte, la tua casa è crollata, tu stai bene ma i tuoi figli sono sotto le macerie. Pensa l’orrore, il terrore, le preghiere. E pensa se uno dei tuoi figli non dovesse farcela.
E poi, un giorno, al suo funerale, al funerale di 299 persone, arrivi tu, e i potenti, e quelli che muovono le fila del tutto, e cosa dicono?
“Tranquilli, ricostruiremo tutto”.
E pensa poi a mandare un figlio a scuola, appena ristrutturata e antisismica, o ad una casa dello studente dichiarata agibile, e arrivasse una scossa a portarlo via?
Beh, caro Matteo, non so dove tu abbia studiato oratoria. Certo Cicerone e King sono morti da un pezzo, ma fossi in te mi farei un paio di domande. E con i soldi delle tasse, tu che puoi, fai pure prevenzione. Vogliamo davvero un MAI PIU’ dalla tua bocca, eh Mattè? Ma serio, sentito, che smuova le coscienze.
Grazie!
“NON UCCIDE IL SISMA, MA LE OPERE DELL’UOMO”
Domenico Pompili, vescovo di Rieti.
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