La fetoscopia è una tecnica di indagine di tipo invasivo che consiste nell’introdurre nel collo dell’utero un endoscopio illuminato.

Si esegue alla diciottesima settimana di gravidanza.

Questo endoscopio permette di visualizzare il feto ed in particolare è in grado di permettere di visionare arti, genitali, colonna vertebrale e cute.

 

Lo svolgimento di questa analisi è un vero e proprio intervento chirurgico svolto in anestesia generale sotto guida ecografica in tempo reale e consiste nell’effettuare un’incisione sull’addome della madre attraverso la quale viene introdotto un tubicino rigido recante sulla sommità un sistema di fibre ottiche.

Attraverso questa analisi è possibile verificare la presenza di malattie quali l’ittiosi congenita, l’agranulocitosi, emofilie, beta-talassemia e sindromi con anomalie multiple ed è anche possibile valutare il colore del liquido amniotico.

Nel corso di questa indagine si offre la possibilità di prelevare alcuni tessuti fetali per scongiurare alcune patologie del fegato e della pelle del bambino.

Questa manovra viene però eseguita molto di rado e soltanto in presenza di circostanze eccezionali in quanto si tratta di un intervento molto rischioso e come tale può provocare un aborto spontaneo o un parto prematuro (5/6% dei casi).