folati e acido folico in gravidanza
I due termini vanno distinti:

    folato si riferisce alla vitamina B9 nella sua forma naturale presente negli alimenti

    l’acido folico è la forma ossidata delle vitamina B9, e identifica la molecola sintetizzata presente negli integratori vitaminici o aggiunta negli alimenti cosiddetti fortificati.

Il nostro organismo utilizza l’acido folico per produrre nuove cellule. La vitamina B9, attraverso meccanismi non ancora del tutto noti, è essenziale per la sintesi del Dna e delle proteine e per la formazione dell’emoglobina, ed è particolarmente importante per i tessuti che vanno incontro a processi di proliferazione e differenziazione, come per esempio, i tessuti embrionali. Per questo, negli ultimi decenni, l’acido folico è stato riconosciuto come essenziale nella prevenzione di alcune malformazioni congenite, particolarmente di quelle a carico del tubo neurale. Inoltre, non si esclude la possibilità che possa intervenire anche nella prevenzione di altri difetti e malformazioni congenite.

L’acido folico, inoltre, contribuisce a prevenire altre situazioni di rischio alla salute. La sua presenza abbassa i livelli dell’aminoacido omocisteina, associato al rischio di malattie cardiovascolari e infarti, anche se al momento non si può stabilire una associazione diretta tra assunzione di folati e riduzione del rischio cardiaco. La riduzione dei livelli di omocisteina grazie all’assunzione di acido folico è benefica anche per la mente dato che previene disturbi come depressione e deficit mentale.

L’organismo umano non è in grado di produrre l’acido folico, come d’altronde accade per la maggior parte delle vitamine. è quindi importante assumerlo attraverso gli alimenti che lo contengono.

L’acido folico viene assorbito naturalmente dall’organismo nel tratto gastrointestinale e poi diffuso capillarmente attraverso il sistema vascolare. L’immagazzinamento dell’acido folico invece viene effettuato nel fegato.

Una donna in età fertile, che preveda o non escluda una gravidanza dovrebbe, infatti, assumere una quantità aggiuntiva di 0,4 mg/die, a partire almeno da 1 mese prima del concepimento fino al terzo mese di gravidanza (periodo periconcezionale).

È importante ricordare che in Italia, l’acido folico a questo dosaggio è inserito nell’elenco dei farmaci a rimborsabilità totale (classe A). È dunque sufficiente la prescrizione su ricetta rossa da parte del medico curante per acquistare questo integratore pagando solo il ticket previsto dalla propria Regione.

Assunzione di folati

La quantità di folati introdotti con l’alimentazione, se varia ed equilibrata, è generalmente adeguata.

Alimenti naturalmente ricchi di folati sono, per esempio, le verdure a foglia verde (spinaci, broccoli, asparagi, lattuga), i legumi (fagioli, piselli), la frutta (kiwi, fragole e arance) e la frutta secca (come mandorle e noci). Per quanto riguarda i cibi di origine animale, il fegato e altre frattaglie hanno contenuti piuttosto elevati in folati, come pure alcuni formaggi e le uova, da consumare però in porzioni limitate e non frequenti. Bisogna inoltre tenere in considerazione che il processo di preparazione, cottura e conservazione degli alimenti può distruggere gran parte dei folati presenti nei cibi, dato che si tratta di vitamine idrosolubili, sensibili al calore, alla luce, all’aria e all’acidità.

Alimenti ricchi di folati

Una riduzione dell’assorbimento di acido folico, e/o un conseguente aumento del fabbisogno, possono derivare anche dall’assunzione di alcuni farmaci (barbiturici, estroprogestinici), da un elevato consumo di alcol, dal diabete mellito insulino-dipendente, dalla celiachia, da patologie da malassorbimento o da alcune specifiche varianti di geni coinvolti nel metabolismo dei folati.

Se le donne in età fertile presentano uno di questi fattori di rischio, quindi, è necessario che assumano con particolare attenzione la vitamina nel periodo periconcezionale e parlino con il proprio medico di fiducia al fine di poter controllare e ridurre efficacemente questi fattori di rischio. Le donne che rientrano in gruppi ad alto rischio dovrebbero essere monitorate con particolare cura in quanto potrebbero necessitare di quantità maggiori di acido folico rispetto a quelle raccomandate.

È da rilevare che per lo svolgimento dell’azione dei folati nei processi di regolazione della sintesi del Dna e proliferazione cellulare è essenziale anche un adeguato apporto di vitamina B12. Questa vitamina si trova quasi esclusivamente negli alimenti di origine animale (pesce, uova, latticini, carne). Nuovi regimi dietetici che si vanno diffondendo nella nostra popolazione (per esempio il veganismo) potrebbero determinare stati carenziali potenzialmente a rischio per la salute del nascituro.

Infine è importante far notare che in commercio esistono anche i cosiddetti “alimenti fortificati” ai quali viene aggiunto acido folico durante il processo produttivo. Sul mercato italiano sono disponibili diverse tipologie di alimenti fortificati, per esempio cereali da colazione, biscotti, fette biscottate e succhi di frutta ma la loro assunzione dovrebbe essere attentamente monitorata soprattutto nei bambini e negli anziani onde evitare dosaggio superiore alle richieste.

Non tutti possono assumere integratori di acido folico a cuor leggero. Gli integratori a base di acido folico potrebbero provocare effetti collaterali in chi soffre di malattie renali, infezioni e anemia o in chi abusa di bevande alcoliche ma anche in persone in salute. Tra gli effetti collaterali a cui potrebbe andare incontro chi assume acido folico troviamo insonnia, nausea, mal di stomaco, irritabilità e perdita di appetito.

{fastsocialshare}