Giornata piena oggi: sono fuori da stamattina, è stata tutta una corsa.
Il tempo di recuperare i bambini all’uscita di scuola e lasciarli a casa con mia madre all’ora di pranzo, e poi di corsa sono entrata in una riunione fiume. Ne esco adesso, all’ora di cena, distrutta, la testa pesante, i movimenti lenti.
L’aria fresca di questo periodo un pochino mi risveglia, le luci di Roma mi riattivano il cervello. Cosa troverò a casa?
Penso a mia madre che ha fatto 100 km per venirmi ad aiutare. Non so quante volte sia venuta in mio soccorso in questi 6 anni. Essere lontani dalla famiglia di origine, dai propri amici, in un’altra città, è una cosa davvero difficile quando hai bambini piccoli. Ma mia madre è sempre stata presente non ha mai detto no. Del resto è sempre stata così, noi figli siamo sempre stati il suo mondo.
Il tempo di fare questi pensieri e sono già a casa, per fortuna. Infilo la chiave nella toppa, aspettandomi il delirio. Penso a mio marito quando la sera rientra e mi trova sfranta e con i capelli dritti, stanca dopo una giornata di lavoro e affannata dalla routine casalinga. Invece apro la porta ed è tutta un’altra storia. La casa più pulita e ordinata di quando l’ho lasciata, fiori nel vaso in salotto, un odore di pappa buona, i bimbi sorridenti e già in pigiama…
Penso davvero che mia madre abbia i superpoteri! Anche lei ha il viso disteso, felice.
“Mamma, sai che abbiamo innaffiato le piante con nonna?” – mi dice Elena entusiasta.
“Sì?” – dico io felice e attenta. Guardo il suo viso felice e penso: “Mia madre è davvero l’angelo del focolare!”
“Sì, sì… e poi abbiamo pulito la cucina, mangiato i biscotti della nonna, giocato con la palla, fatto una passeggiata … vedi, abbiamo comprato 2 fiori… fatto il bagnetto, preparato il minestrone!”
Quante cose!
E la televisione? Mai accesa. Del resto mia madre era quella che, con 3 figli in casa, riusciva a cucirmi i vestiti.
Senza accendere quasi mai la TV. E no, non c’erano tablet, nè aiuti. Lei cuciva, un figlio ripeteva la poesia, l’altro giocherellava con i pezzi di stoffa, io tagliavo e cucivo a modo mio. Semplicemente ci coinvolgeva. Quanto mi piaceva attaccare i bottoni sui pezzi di stoffa avanzati, seduta ai suoi piedi.
Inventava mille e uno giochi diversi. Ha sempre affermato che i bambini giocano anche “con il niente”, e crea sempre giochi semplici per loro. Ma se lo faccio io, il risultato è diverso. Perché lei non ha solo immaginazione, lei sa anche far sentire il bambino al centro delle sue attenzioni. A quel punto il piccolo pende dalle sue labbra, qualsiasi cosa è magica e si sente onorato di poter svolgere qualsiasi compito.
Non mi stupisco che tra le prime parole dei miei due figli ci sia stata la parola nonna, perchè, lei è la Nonna per eccellenza, con la N maiuscola. E sono davvero felice che abbiano questo rapporto così prezioso con lei: non credo che tutti i bimbi siano così fortunati.
Grazie, mamma!
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