Grazie agli enormi progressi della medicina ed in particolare della terapia intensiva neonatale degli ultimi anni, i bambini nati dopo la trentesima settimana hanno un bassissimo rischio di incorrere in seri problemi di sviluppo a lungo termine.

 

E’ importante sapere che più si prolunga la permanenza in utero del feto, maggiore risulterà il suo peso alla nascita, minore sarà il rischio di problemi dopo il parto ed eventualmente sarà più breve il periodo che il bambino dovrà trascorrere in un reparto di terapia intensiva neonatale.

Le possibilità di sopravvivenza di un bambino nato alla 23 settimana sono solo dell’ 1% ma con il passare delle settimane il tasso di sopravvivenza aumenta sensibilmente; alla 26 settimana un quarto dei neonati sopravvive, infatti, senza nessuna conseguenza e alla 30 settimana i l rischio di handicap è bassissimo.

Consapevoli di questi dati, i medici, cercano di mantenere il più a lungo possibile il bambino all’interno dell’utero ed è importante a questo riguardo tenere presente che solo l’1,5 % circa dei parti prematuri si verifica entra la 32 settimana mentre prima della 28 la percentuale si abbassa all’1%.

Le cause che possono portare ad un parto prematuro sono molteplici.

Una possibile causa è individuata nel ruolo degli ormoni secreti dal feto, dalla placenta o dalla madre o dall’aumento di una proteina (fibronectina) presente nella cervice materna.

Talvolta il parto prematuro è indotto da particolari infezioni contratte dalla madre.

Le donne che hanno già sperimentato un parto prematuro sono maggiormente esposte al ripetersi dello stesso.

In alcuni casi il parto prematuro deve essere caldeggiato quando la salute della madre e del bambino sono esposte ad un forte rischio: pre-eclampsia, ipertensione, diabete, insufficienza placentare, distacco della placenta, placenta previa,…

Qualora non fosse possibile per i medici ritardare con particolari sostanze medicinali il travaglio prematuro, si preferisce procedere ad un parto naturale a tutti gli effetti a condizione che il feto non mostri particolare sofferenza; se questo dovesse accadere, infatti, di solito si procede con un cesareo d’urgenza.

L’aspetto positivo di un parto prematuro è forse quello di una maggiore facilità nell’espellere un bambino molto probabilmente più piccolo rispetto alla norma.

Malgrado ciò, sarà decisione del ginecologo far comunque uso dell’episiotomia o addirittura del forcipe per facilitare la nascita del bambino in quanto il cranio di un feto prematuro è più morbido rispetto a quello di un feto giunto a termine gestazionale.

In caso di presentazione podalica del bambino, l’equipe medica deciderà molto probabilmente di evitare un parto vaginale in quanto ritenuto troppo rischioso; in questo caso anche a travaglio già iniziato si opta generalmente per un taglio cesareo.

Il parto vaginale è di solito sconsigliato anche nei casi di distacco o emorragia della placenta.

Quasi tutti i bambini nati intorno alla 35 settimana di gravidanza, pur essendo sani, sono ricoverati in un reparto di terapia intensiva neonatale in quanto vi è la possibilità che abbiano difficoltà respiratorie e richiedano assistenza per essere alimentati.

Questi neonati hanno bisogni di un ventilatore meccanico che regoli il flusso dell’aria dentro e fuori i polmoni ancora immaturi.

Dopo la 35 settimana di solito non è indispensabile ricorrere alla ventilazione artificiale vera e propria.

Intorno alla 35 settimana il riflesso di suzione del bambino non si è ancora sviluppato del tutto ed essendo il suo apparato digerente ancora immaturo, è necessario che i neonati prematuri vegano alimentati attraverso una piccola sonda con piccole quantità di latte preferibilmente materno ad intervalli molto regolari.

Solitamente il bambino viene dimesso dal reparto di terapia intensiva neonatale quando è in grado di digerire 60 ml di latte ogni 3-4 ore.

È utile tener presente che per quanto possano essere difficoltosi i primi giorni o le prime settimane, solitamente i neonati prematuri diventano bambini robusti e con una salute che non ha nulla da invidiare ai bambini nati a termine gestazionale.

 

Foto tratta dal sito www.west-info.eu

 

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Arianna Mariani

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