Pomeriggio piacevole a casa di una amichetta di Elena. Elena come sempre impeccabile. Forse pure troppo precisina, per i miei gusti. Se qualche volta si scatenasse non mi dispiacerebbe. E’ una bambina vivace, ma non di quelle salterine: lei è una creativa. Ti tinteggia il corridoio. Ti attacca con la colla i biglietti da visita sul vetro della sala. Decide di rassettare la cucina e lei sola sa poi dove è la farina. Il tutto nel tempo di una tua pipì. Ma scatenarsi, saltare, correre, quello sempre poco. Ma tant’è, ognuno è come è, e va bene anche così. Al momento di andare via, la normale crisi di pianto. Voleva restare. L’ho abbracciata e l’ho lasciata sfogare un pò. Abbiamo fatto attendere un pò il papà che ci era venuto a prendere, e quando siamo arrivate gli ho detto “ha pianto un pò, non voleva venir via” e subito mio marito “Elena, non devi piangere, altrimenti la mamma non ti porta più da nessuna parte!”
Non ho potuto ancora parlarci a tu per tu, senza Elena presente, cosa che farò il prima possibile. Io la penso diversamente. Perchè? Perchè se sono triste non ho diritto di piangere?
Perchè ancora il pianto è considerato disdicevole? Perchè a noi genitori dà così fastidio? C’è un tempo per tutte le cose, un tempo per piangere e un tempo per ridere.
Perchè un bambino di 3 anni deve essere ragionevole pensando che ci saranno altri momenti di gioco, domani o tra pochi giorni, e poi noi a 30 abbiamo tirato fino all’alba con gli amici davanti all’ennesima birra, pur sapendo che ci aspettava una levataccia?
Fidatevi di me, lasciate ai vostri figli il tempo del pianto. Lasciate che si sentano accolti anche in questa loro emozione.
Da una ricerca fatta alle scuole superiori alla domanda “cosa ti dicevano spesso da bambino?” le risposte sono state:
“non piangere”
“non urlare”
“stai dritto”
“non correre”
……..
E alla domanda “cosa avresti voluto sentire?” le risposte sono state:
“puoi piangere se vuoi”
“sei bello”
“ti voglio bene”
“mi piaci”
……..
Per questo vi dico: lasciate che i vostri bimbi piangano. Abbracciateli e ascoltate il loro pianto. Ditegli “ti voglio bene”. Non è così scontato. Ripetetegli “sei bello, sei bravo, mi piaci”, perchè aiuta nell’autostima, nella vita.
Qualche mese fa le mie riflessioni si sono concentrate sulle parole di mia madre “quando piangi sei bruttissima, e poi la gente che ti vede che pensa?”. Non mi è andato mai giù. A me di tutto il mondo non importava nulla, volevo solo essere ascoltata dalla mia mamma.
In quel periodo ho iniziato a verbalizzare, con Elena, di più i miei sentimenti. Una sera, dopo circa un mese che le dicevo “ti voglio bene” e “mi piace molto come sei”, verso ottobre, al buio, stese per addormentarsi, Elena mi chiede “mamma, io ti piaccio?” e io “si, amore”. E lei “ma, mamma… anche quando non sono brava?” e io “è normale non essere sempre bravi. E sì, mi piaci anche quando non sei brava. Io ti voglio bene così come sei”. Ha fatto un sospirone, e dopo qualche secondo si è addormentata. Non so cosa abbia capito, aveva all’epoca 31 mesi. Mi piace pensare che ho un messo un semino buono, quella sera, che darà come frutto autostima, l’accettazione dei propri limiti, la certezza, che diventà forza, che non si può sempre essere perfetti!
1 Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
2 C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
3 Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4 Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
5 Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
6 Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
7 Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
8 Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
……..(Sacra Bibbia, Libro di Qoèlet)