Categories: Salute e Benessere

Mentre io sono incinta, il papà che fa?

A cura di Sara Marangoni di Ascoltamicongliocchi.wordpress.com

Ci siamo lasciate “scoprendo” di essere incinta e quindi concentrando la nostra attenzione su tutta una serie di (giustificate) paure e richieste di informazioni. Sempre cercando di mantenere la concentrazione sul bimbo che si sta formando nella nostra pancia, proviamo a interrogarci sul ruolo del papà: mentre noi siamo incinta, il padre del nostro bimbo che fa? O meglio, cosa potrebbe fare? Io sono convinta che così come la nostra maternità nasce esattamente nel momento in cui scopriamo di essere incinta (e non quando il bimbo nasce), la stessa cosa vale (anche se più lentamente) per il papà (con questo termine intendo la persona che ci sta a fianco durante la gravidanza, che non è sempre detto sia il padre biologico).

Il papà, checchè se ne dica e checcè lui stesso pensi, può giocare un ruolo fondamentale nell’attesa della nascita, sia nei nostri confronti (indirettamente per il bimbo), sia nella costruzione della prima relazione con il bimbo in pancia (quindi più direttamente). Cercherò di fare un elenco sintetico degli aspetti sui quali il padre può già dimostrare il suo ruolo, diretto ed indiretto:

Comprensione (a prescindere): sono mesi in cui siamo sollecitate da sbalzi umorali consistenti che nemmeno noi capiamo del tutto, così come da altalenanti scosse di energia e di stanchezza. E’ importante in questi periodi che il padre sia comprensivo nei nostri confronti, assecondando il nostro umore, la nostra stanchezza così come la nostra energia, magari chiedendoci cosa proviamo, stabilendo un contatto emotivo con noi (senza farsi troppe domande di senso!!!)

Osservazione a distanza: questo è chiedere molto ai nostri compagni, perché spesso faticano a “leggere” le situazioni, risultando per loro molto più semplice domandare e ricevere una risposta. Tuttavia anche per noi è un momento nuovo quello che stiamo attraversando, per cui non sempre siamo in grado di dire a parole certe nostre sensazioni. E’ importante che il papà osservi e cerchi di capire come meglio aiutarci (magari sostituendosi a noi in qualcosa, massaggiandoci la schiena, cucinando per noi per evitare l’aumento della nostra nausea ….)

Chiedere: il papà non può sapere quello che accade dentro la pancia di una mamma. Però potrebbe essere per lui utile chiedere cosa sentiamo, cosa proviamo, a cosa assomiglia una sensazione… per iniziare pian piano a pensarsi famiglia e non più coppia. D’altro canto anche noi mamme possiamo raccontare le sensazioni, in modo tale che anche il papà si senta coinvolto

Carezze, coccole, dialogo: oltre nei confronti della mamma (cose sempre ben accette e gradite!!!), nei confronti della pancia e quindi del bambino. Verso i 5-6 mesi, quando il bimbo comincia ad essere più grande e a “sbattere” contro le pareti della pancia, è possibile sentirne la presenza con le mani, oppure con il viso. Questo è il primo vero e tangibile momento a partire dal quale realizzare che dentro la pancia effettivamente c’è qualcosa!!!! Da qui in avanti ci si può sbizzarrire: accarezzare la pancia, iniziare a riconoscere a cosa corrisponda una protuberanza (piedino, ginocchio, mano, schiena…), parlare alla pancia, cantare, coccolarla….

presenza al corso preparto o a momenti di condivisione: anche questi sono momenti importanti per continuare a stabilire un contatto emotivo, per sostenere la mamma e per aumentare la costruzione della relazione con il bambino. Non si tratta solo di raccogliere informazioni tecniche rispetto al travaglio, al parto, all’allattamento, allo svezzamento, ma soprattutto si tratta di iniziare a pensare che il bimbo che nasce è già competente in tante cose (ne parleremo nel prossimo post).

Collaborare alla preparazione del nido: anche questa cosa è importante, perché permette ai papà di visualizzare il cucciolo, attraverso la preparazione materiale di quello che gli servirà una volta nato, attraverso la scelta insieme alla mamma delle attrezzature (carrozzina, passeggino, lettino, ecc. ecc.), attraverso la scelta dei primi materiali morbidi da proporgli appena nato…

Vi viene in mente altro care mamme?

Arianna Mariani

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