Un titolo un po’ provocatorio, sarete d’ accordo, mamme, per un libro riferito ai bambini e con autore un pediatra( spagnolo)!
Ma Gonzales è speciale: si rivolge chiaramente a noi genitori per riflettere insieme, ricordarci, spronarci a non dimenticare…quanto è importante il contatto con i nostri bambini.
E il suo discorso è ampio: inizia dalla nascita ma prosegue per gli anni successivi.
Perché, anche se i bambini crescono, rimane il loro bisogno di sentirci vicini, come sottolineano anche altri autori che ho citato negli altri articoli e vi citerò volentieri.
Lasciamoli liberi di crescere, scrive Gonzales, con limiti e divieti sufficienti a sentirsi sicuri ma non ostacolati e rimproverati in continuazione. Un esempio: adattare gli spazi di casa all’ età del bambino, facendo sparire gli oggetti fragili o pericolosi, senza pretendere che lui stia fermo immobile senza esplorare il suo ambiente…
Rispettiamo la sua lentezza e la sua curiosità, impariamo ad adeguare i nostri ritmi ai suoi e non il contrario…
Anche Maria Montessori diceva che il bambino cammina con gli occhi perché ama camminare e ripete le cose più volte perché sta imparando e non è interessato solo allo scopo di un’ azione ma all’ azione stessa.
Particolarmente significativo uno degli ultimi capitoli: il pediatra suggerisce severamente e seriamente di prestare attenzione ai rimproveri. Quanto, quando e, soprattutto, come rimproveriamo i nostri bambini?
Senza voler entrare nel merito delle scelte o delle situazioni delle singole famiglie, il suo obiettivo è farci mettere nei panni dei bambini. Sono piccoli ma sono grandi. Sempre. Nel senso che capiscono più di quanto pensiamo noi adulti ma sono molto più sensibili perché sono all’ inizio della loro vita. Non dovremmo alzare la voce o usare certi toni con i bambini esattamente come non lo facciamo quando ci rivolgiamo a un adulto. Un bambino molto piccolo, che non può nemmeno risponderci, merita più rispetto di un adulto. A volte abusiamo della soglia di tolleranza dei bambini perché non temiamo le loro reazioni e/o crediamo di dover dimostrare loro ” chi comanda”.
Nessuno in questo libro si permette di dirci come fare i genitori, ma questo pediatra, mamme, si prende la responsabilità di farci fermare e immedesimare nei bambini.
Lasciamo da parte le nostre storie personali e le nostre interpretazioni, se ci riusciamo, e faremo ancora di più, perché i nostri bambini sono nostri ma non sono identici a noi né ai coetanei. Lo diceva anche Madre Teresa, e anche K. Ghibran, in una celebre poesia sui figli, lo trasmettiamo noi insegnanti di massaggio infantile…
E fa bene ripeterselo fra mamme: rimaniamo in ascolto dei bisogni autentici dei nostri bambini.
E magari alzeremo la voce o ci dimostreremo nervose anche quando non vorremmo, perché siamo esseri umani e anche stanche, ma magari, facendo tesoro di queste riflessioni, lo faremo sempre meno…
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